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Liberalizzazioni TPL: entro aprile un Ddl delega per stringere i tempi della riforma

sintesi di Christian Bizzi; fonte dati: "Il Sole 24 Ore Trasporti" del 2-14 aprile 2007

 

La presidenza del Consiglio vuole accelerare i tempi sulla riforma del TPL in materia di LIBERALIZZAZIONI aprendo un tavolo di confronto con le Regioni, gli enti locali, le imprese e i sindacati, proponendo nuove regole per favorire la concorrenza e migliorare l’efficienza dei servizi urbani, suburbani ed interurbani su gomma. Entro la primavera si vuole emanare un disegno di legge che consenta di completare l’impianto regolamentare entro fine anno.

Sembra ormai certo l’affidamento dei servizi con gara, abolendo definitivamente gli affidamenti “in house”, come già previsto dalla Legge 422/97 e dal Ddl 772, meglio noto come “Decreto Lanzillotta”.

Una proposta arriva poi dal coordinatore delle Regioni, Ennio Cascetta, che consiglia gli affidamenti diretti (ad esempio come avvenuto a Genova con AMT, che ha fatto da apripista) in alternativa alle gare: gli enti locali proprietari di aziende di TPL che non se la sentono di aprire semplicemente alla concorrenza del mercato con il conseguente rischio che le loro aziende vengano battute, possono optare per una duplice gara che metta all’asta una quota azionaria (con relativa governance) contestualmente alla gestione del servizio.

Il problema che il governo vuole evitare è il conflitto di interessi che può nascere tra ente appaltante e partecipante, spesso proprietario del gestore; per evitare il conflitto di interessi, si legge nella bozza della Legge 422 redatta dagli Uffici per lo sviluppo delle economie territoriali di Palazzo Chigi, sarà opportuno richiedere un parere all’Autorità garante per la concorrenza.

Visti i risultati avuti nelle poche gare effettuate in passato, il governo vuole assolutamente evitare che i vincitori siano gli stessi operatori che gestiscono già il servizio. Inoltre le ATI (Associazioni Temporanee d’Imprese) che si costituiranno dovranno diventare delle vere aggregazioni industriali, in modo tale da trasformare i raggruppamenti vincenti in SpA vere e proprie entro un anno dall’affidamento.

Un’altra questione da valutare sarà la grandezza dei lotti in gara oltre ai contenuti del contratto di servizio e agli standard qualitativi che dovranno essere definiti; il rapporto costi-ricavi dovrebbe rimanere il 35% lasciando alle Regioni la possibilità di procedere in autonomia nel caso in cui i ricavi da traffico non lo garantiscano.

Ultimo punto in discussione, fortemente contestato dalle organizzazioni sindacali, è la revisione della “clausola sociale” in modo tale da inserire più mobilità del personale e più flessibilità nella gestione dell’organizzazione.
 

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